Cernusco sul Naviglio 11-18 maggio 2015: si è appena concluso il corso Advanced Level del Milan Academy, al quale ho avuto la fortuna di partecipare. Quando i relatori sono GIANFRANCO PARMA e ANTONELLO BOLIS si ha la certezza di portare a casa sempre qualcosa e anche quando gli argomenti trattati si conosco già e vengono già messi in pratica, una loro lezione ti infonde sempre più fiducia e ti rafforza la consapevolezza di essere sulla strada giusta.
Con questo articolo non voglio fare una crono-storia del corso, ma mi limito ad elencare i punti salienti che già erano stati trattati lo scorso anno al corso Entry Level, ma che sono stati ripresi con maggior vigore e convinzioni in questo nuovo livello.
OBBIETTIVO: formare il giocatore a 360° intervenendo sull'area tecnica, motoria, tattica e cognitiva. Non si possono scindere le diverse aree, allenandole singolarmente, ma le esercitazioni devono coprire tutte le tematiche contemporaneamente perchè il ragazzo è un sistema integrato di tutte queste cose.
Per raggiungere questo ambizioso obbiettivo il Milan Academy con il suo modello integrato suggerisce:
- chiarezza negli obbiettivi della società che devono essere condivisi da tutti: presidente, dirigenti, accompagnatori, allenatori, genitori e bambini;
- tutte le agenzie educative devono far pervenire ai bambini/ragazzi gli stessi messaggi per evitare confusione nella loro mente: scuola, genitori, società sportive, oratori, parrocchie devono avere a cuore la formazione dell'individuo applicando gli stessi metodi;
- evitare di illudere i bambini, aiutando loro (e i loro genitori) a riconoscere e a metabolizzare i propri limiti, che non devono essere un deterrente "a mollare il colpo", ma devono infondere consapevolezza e quindi tranquillità;
- le esercitazioni non devono essere il focus dell'allenatore. Le esercitazioni sono solo lo strumento per raggiungere gli obbiettivi precedentemente prefissati. Se l'obbiettivo è chiaro allora scelgo le esercitazioni funzionali per raggiungerlo e non viceversa;
- se ho il pallone posso fare tante cose. Ribaltiamo un pò la mentalità italiana del "primo non prenderle", ma non per spirito di imitazione del modello spagnolo e tedesco, ma sempre per raggiungere l'obbiettivo integrato. Avere la palla nei piedi non ti permette solo di allenare l'area tecnico/tattica, ma "obbliga" il bambino a prendersi responsabilità migliorando in coraggio, fiducia ed autostima;
- tre quarti delle sedute di allenamento devono essere mirate al possesso palla al quale deve assolutamente partecipare anche il portiere che finalmente diventa parte integrante degli 11 ed è il primo giocatore che ci permette fin dalla nostra area di avere la superiorità numerica;
- ottimizzare i tempi dall'allenamento: per poter far toccare il più possibile la palla ai bambini, per recuperare il tempo perso a scuola (dove l'analfabetismo motorio avanza sempre più), per allenare il bambino nel suo insieme, le esercitazioni così dette "a secco" lasciano spazio ed esercitazioni ad alta intensità, col pallone, con chiari obbiettivi tattici e cognitivi. Un esempio su tutti utilizzo della CROCE nelle esercitazioni;
- trasformare il pensiero lento dei bambini in pensiero veloce. L'allenatore deve garantire al bambino una quantità esorbitante di esperienze che saranno utili al bambino stesso per poter scegliere la miglior soluzione nel minor tempo possibile. Non addestro quindi il bambino alla risposta, ma gli fornisco le basi per poter ricercare in autonomia la soluzione;
- l'allenatore deve conoscere la materia: non posso permettermi di improvvisare quando ho nelle mani il corpo e la mente di un bambino. Se non conosco non faccio, se non faccio evito danni a volte irreparabili;
Concludo con una bellissima frase che il professor Antonello Bolis ci ha regalato durante il corso:
I BAMBINI NON SONO VASI DA RIEMPIRE, MA SONO DEI FUOCHI DA ACCENDERE
A fine corso, premio per la nostra voglia di sapere, di metterci in discussione e di confrontarci con altre correnti di pensiero ci è stato rilasciato un attestato. Orgoglioso vi mostro il mio: